Cura la tua passione! Buon campionato a tutti.

Lo sapete, lo sappiamo.

La storia e il destino arancionero è legato a doppio filo con quella dei suoi tifosi. Tutti siamo consapevoli di questa differenza rispetto ad altre realtà di certe categorie. Tutti siamo consapevoli che non sarebbe mai più esistita una squadra di calcio e addirittura uno stadio se non ci fosse stata la voglia, l’amore, la pressione dei suoi appassionati. Perché tutto è rinato per questo unico motivo e tutto si mantiene su questo.

Non ho mai pensato che una passione dovesse tramutarsi in un dovere; non potrebbe più chiamarsi tale. Ma sono convinto che una  passione debba essere tenuta con cura, per poter sopravvivere a lungo. Qualsiasi essa sia. Pensaci, e ti accorgerai che è così. Come in amore, del resto.

Come la bicicletta per il ciclista, la canna da pesca e la sveglia quando ancora il mondo dorme, per il pescatore. Nel preservare la propria passione, un po’ di sacrificio ci dev’essere e ne denota l’importanza.

Mestre – si sa – è considerata da tutti gli addetti ai lavori una “piazza”. Una piazza importante per la quarta serie. Con le dovute proporzioni, qui sono presenti tutte le dinamiche che esistono nelle categorie più importanti, ed è sempre stato così. Ricordo ancora quando alcuni giocatori vennero ripresi dai nostri tifosi perché accusati di fare una vita troppo sregolata, dopo essere stati visti in qualche locale nel cuore della notte: “Tu se indossi questa maglia, rappresenti una città! Comportati come si deve…”, e giù con un bonario ma ammonitore schiaffo sul “copin”. Cose che da altre parti di certo non succedono.

Tutto questo fa sì che noi oggi siamo ancora qui e che le nostre maglie arancionere giochino nel nostro amato stadio.

Allora per noi trattare con cura la nostra passione, dandole un futuro (mai scontato), si può riassumere con un unico termine: PRESENZA!

Ti chiedo uno sforzo in più, quello che ti fa decidere di andare allo stadio invece di aspettare il risultato da casa, invece di dire: oggi mi guardo Sky o Dazn. Un’ atteggiamento per noi è decisivo più che per altri. Abituarsi a farlo, ABITUARSI A FARLO, è assolutamente il contributo più importante per il nostro futuro. La domenica gioca il Mestre e io non mi devo neanche chiedere se andarlo a vedere o meno. Gioca il Mestre e io ci sarò!

E non è un discorso legato strettamente all’incasso, ma c’è qualcosa di molto più importante: la dimostrazione che questa realtà merita questi ed altri palcoscenici. Perché il solo nome non basta se poi la domenica un paese di 10 mila abitanti facesse più pubblico di noi.

Se arriveremo a questo punto, non moriremo mai.

Oggi il Mestre inizia una nuova avventura in serie D. Giocherà nel suo stadio. Tutto ciò sarebbe stato impensabile fino a pochi anni fa. Uno stadio che nel corso della stagione verrà adeguato per poterci permettere di ambire a qualcosa di più senza dover emigrare. Siamo sotto gli occhi di tutti. Passiamo dalle parole ai fatti, dimostriamo che Mestre c’è.

Si comincia alle 15.00, questo pomeriggio, a Cartigliano. Un’ora o poco più di strada, senza camion, facendo la Castellana. 60 km.

Mancheranno Brentan e Costantin squalificati, Severgnini non è ancora al meglio. Saremo un po’ in emergenza ma il cuore non mancherà. perché il Mestre prova a vincere, sempre.

Sabato 7 l’anticipo si giocherà alle ore 16.00. Al Baracca arriverà l’Adriese, quella che è considerata da tutti la principale candidata alla vittoria del campionato. All’esordio, la sfida, una delle più importanti della stagione. Uno stadio gremito e ribollente di passione è un sogno che – chissà – potrebbe avverarsi. E sono queste le cose che fanno cambiare i destini.

Inutile dire quanto tutto questo discorso si possa concretizzare sottoscrivendo l’abbonamento per questa stagione. Non solo un atto di fede, ma un investimento importante sulla nostra passione.

Lunga vita al Mestre, buon campionato a tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *