Mestre ancora corsaro. La capolista risveglia l’orgoglio cittadino.

CALVI NOALE – MESTRE 1 – 4

Un ragazzo si rivolge al padre un po’ stupito: “sono tutti dei nostri!”. Manca mezz’ora all’inizio della partita e dalla foschia intorno al piccolo stadio noalese spuntano solo sciarpe arancionere. I giovani di oggi e quelli di un tempo. Questo è un amore che si tramanda e per chi come il sottoscritto segue le sorti di questa squadra da una vita, è davvero la vittoria più bella: l’onda lunga di un miracolo che sta dando lentamente i suoi frutti. Il Presidente Serena, il Mister, questi ragazzi stanno restituendo qualcosa di importante ad una città, un’anima e un orgoglio sopiti da tempo, l’orgoglio di essere mestrini e di esserne fieri.

Arrivano gli Orange Insanity. Ancora non si vedono ma il caìgo che annebbia la vista non ostacola i loro cori. Li accoglie un settore già pieno per metà che con loro si riempie come più non si potrebbe. Altri decidono di accomodarsi in tribuna. Oggi sono oltre 300 i mestrini presenti al Comunale di Noale.

Le squadre entrano in campo e si da il via alla sfida. Zironelli deve fare a meno di Zecchin e Pinton. Dentro da subito Presello e Dell’Andrea, con Pettarin a guidare il centrocampo. Beccaro a cercare soluzioni appena dietro le due punte Bussi e Sottovia.

Il Mestre si rende pericoloso già al 10’ quando Pettarin serve Bussi in posizione favorevole, ma l’attaccante orange alza troppo la mira e spedisce il suo tiro sopra la traversa della porta difesa da Fortin.

Si prendono le misure con le dimensioni del campo, che non permette gran giocate di fino. Lanci e aperture vanno calibrati calcolando gli spazi piuttosto ridotti di questo rettangolo dove il pallone schizza via fin troppo veloce, complice il terreno pesante e l’erba bagnata.

Ma la squadra gioca e tesse la sua trama come nulla fosse. I giocatori in campo non fanno rimpiangere gli assenti e il Mestre va che è un treno.

E’ passata di poco la mezz’ora quando Sottovia riprende al limite dell’area una ribattuta della difesa noalese e piazza il suo destro rasoterra alle spalle di Fortin. E’ l’uno a zero. Passano solo due minuti per il raddoppio: la Calvi si propone in avanti: Rossetto in uscita vede e lancia direttamente Sottovia. Il furetto arancionero non si fa sfuggire l’occasione e si invola verso la porta avversaria, salta difensori e portiere ed insacca, firmando la sua personale doppietta.

Ma la fame di Zorro Sottovia non è ancora placata: Beccaro recupera palla a metà campo e lancia il suo gemello in area, il portiere avversario in uscita è costretto ad atterrarlo e il rigore è inevitabile. Dal dischetto il Capitano firma il 3 a 0 e la sua settima marcatura stagionale.

Arriva l’intervallo: “Un Mestre così in tanti anni io non l’ho mai visto” dice un tifoso. Nessuno può e vuole dargli torto.

Secondo tempo comprensibilmente più rilassato, ma è ancora il Mestre a fare la partita. Ancora Rossetto (!) per Sottovia, ma stavolta Fortin ci mette una pezza.

Ora c’è anche Kabine, subentrato a Bussi ad inizio secondo tempo. C’è e si sente, le sue giocate sono sontuose, la sua classe va oltre la categoria. Arriva vicino al gol al 21’ su imbeccata di un ispiratissimo Fabbri, ma la palla esce di poco al lato.

Al 27’ arriva il gol capolavoro di Pettarin: il centrocampista riceve la palla sulla trequarti e si beve letteralmente la difesa biancazzurra, piazzando poi un sinistro magico a girare che gonfia di nuovo la rete. Uno di quei gol che si ricordano per una vita.  E’ il 4 a 0 In campo e sugli spalti è una festa.

Nel finale, approfittando di un rimpallo, Barichello è bravo a segnare il gol della bandiera, premiando quanto meno l’orgoglio di una squadra che ha combattuto come ha potuto fino all’ultimo.

Ma questo Mestre è davvero grande ed è stato davvero netto il divario fra le due antagoniste. Una supremazia che deriva da un gruppo di gran qualità, che non fa distinzione fra chi scende il campo dal primo minuto e chi subentra, fra chi resta a riposo e chi gioca. Oggi è toccato anche al giovane e talentuoso Giulio Montemezzo, a cui facciamo le congratulazioni. Ma lo spazio ci sarà per tutti, perché non esiste vittoria senza collettivo, non esistono sogni di gloria senza unanimità di intenti. E questo fantastico gruppo pare averlo capito molto bene.

Kabine in pressing su Fortin. Foto acs

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